mercoledì 14 ottobre 2015

Il difficile compito della famiglia: l’individualizzazione.

Uno dei sistemi più significativi nel quale ci si trova ad interagire è la famiglia.
La storia, il vissuto, l’atmosfera familiare che sperimentiamo, qualificano e, a volte, determinano l’esperienza di ogni componente. Tutto ciò che come figli abbiamo sperimentato nella vita in comune con i nostri familiari (attraverso messaggi detti e non detti, attraverso quei gesti, quelle modalità di comportamento), entra a far parte della nostra memoria, e va ad incidere profondamente nella strutturazione della nostra personalità. 
La famiglia può essere concepita come un sistema interiorizzato di relazioni, le cui funzioni psichiche sono articolate e si influenzano reciprocamente: pensieri, affetti ed azioni interagiscono. Il legame crea una relazione di reciprocità tra due o più persone, e fa intervenire meccanismi proiettivi e differenti forme di identificazione, che si intersecano a loro volta  (Hughes, 2007). 

La famiglia è come sistema auto-correttivo, dove si stabiliscono regole e proibizioni, ma se un membro della famiglia rompe una regola, gli altri si sentono subito attivati finchè costui si confermi di nuovo alla regola. Quanti di noi, all’interno della propria famiglia, hanno sentito la necessità di infrangere una regola; con fatica cerchiamo di scardinare delle regole troppe rigide per il nostro modo di essere e che impediscono alla nostra personalità di potersi esprimere liberamente, con molta fatica cerchiamo di difendere quello che stiamo per realizzare, ma immancabilmente il sistema famiglia si attiva affinchè tutto ritorni ad essere come prima, affinchè quelle regole vengano di nuovo seguite e rispettate. Non si può disobbedire a certe regole, e non si può essere “diversi”. 

Uno dei compiti più difficili per la famiglia, è proprio quello di sostenere e incoraggiare la crescita dei suoi membri, pur adeguandosi ad una società in continua transizione e pur cercando di combinare insieme sia il senso di appartenenza e sia il senso di differenzazione e individualità di ciscun membro. La famiglia, infatti, rappresenta il contesto relazionale privilegiato in cui viene favorito o ostacolato il processo di individuazione; processo fondamentale per il raggiungimento di una vita sufficientemente autonoma e libera. Come sostiene Bowen (1995), il processo di differenziazione implica diventare se stessi al di fuori del proprio Sé, progettare un percorso personale attraverso il proprio sistema interno di guida, invece di correggere il tiro in base alle esigenze degli altri; ma, in realtà, il processo di differenziazione viene percepito come un atto di slealtà e vissuto anche senso di colpa, tanto più forte è l'unità simbiotica della famiglia.
La differenzazione del sè, si riferisce alla misura in cui gli individui distinguono i processi emozionali e quelli intellettuali, e il loro grado di separazione dalla famiglia di origine. Individui altamente differenziati sono in grado di prendere decisioni e di fare problem solving senza rispondere a stimoli emozionali interni. Al contrario, una persona risulta scarsamente differenziata quando il suo funzionamento intellettuale è dominato da emozioni, e vi è confusione tra pensiero e sentimento. 


Dr.ssa Stefania Alfano
Psicologa-Psicoterapeuta



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