domenica 1 giugno 2014

Cosa penso di me?


Molte persone si sentono inadeguati ad affrontare determinate situazioni,  riportando una valutazione negativa di sé e una bassa autostima. L’autostima si può definire come un’esperienza soggettiva e stabile di valutazione del proprio valore, basata sulla considerazione che si ha di sé: “Cosa penso di me?”. A seconda della percezione che ciascuno ha di sé, l'autostima può tradursi in atteggiamenti negativi (con ansia, apprensione, senso di inadeguatezza, scarsa fiducia nelle proprie capacità) o positivi (positività, apertura agli altri e alle situazioni, assertività). 
William James definisce l’autostima come il rapporto tra il Sé percepito e il suo Sé ideale: il Sé percepito equivale al concetto di sé, alla conoscenza di quelle abilità, caratteristiche e qualità che sono presenti o assenti; mentre il Sé ideale è l’immagine di quello che ci piacerebbe essere. L’ampiezza della discrepanza tra come ci vediamo e come vorremmo essere, è l’indice di quanto siamo soddisfatti di noi stessi.
Le relazioni interpersonali, la competenza di controllo sull'ambiente, il successo scolastico, l’emotività e il vissuto corporeo, sono molto importanti per lo sviluppo dell’autostima e sono le componenti che influenzano, in egual misura, la formazione dell’autostima globale.
La persona con una bassa autostima può percepirsi come un fallito, non meritevole di amore e sperimenta una lunga serie di sconfitte accompagnate, spesso, da sentimenti d’impotenza. Chi sperimenta una bassa autostima non si sente sufficientemente sicuro del proprio valore e delle proprie qualità,e capacità, evita di fare delle scelte e di conseguenza evita di agire per un eccessivo timore di sbagliare, e inoltre sperimenta maggior incertezza nel cercare una soluzione.

In pratica l’autostima, indica in che misura ci consideriamo importanti, capaci e di valore.
La formazione del proprio modo di considerarsi e definirsi, e la valutazione del proprio valore ha origine in un’età molto precoce. Nei primi anni di vita, il bambino sviluppa un’immagine di sé, in base alla percezione di una positiva o negativa relazione con le figure primarie. Questo primo scambio relazionale e la conseguente sicurezza (o insicurezza) interiore che il bambino sviluppa, sono connessi alla futura capacità di autorealizzazione. La capacità di affrontare gli eventi in momenti critici o di cambiamento, dipenderà proprio dal senso di sé che si è sviluppato in questa delicata e importantissima fase della vita. L'immagine di sé che sviluppa un individuo che ha avuto un attaccamento sicuro, è di essere una persona amabile, degna di essere amata, con buona autostima, che ha fiducia negli altri (ma non in modo indiscriminato). Sarà un individuo amabile con le persone amichevoli, difeso con chi percepisce come ostile, si prenderà cura di sé e delle persone che ama, non si affiderà alle persone che non conosce, sarà selettivo nei comportamenti empatici e nel rivelare se stesso, saprà appoggiarsi agli altri.
Mentre, bambini con modelli di attaccamento insicuro, saranno poi individui incapaci di regolare da soli i propri stati emotivi e in tal modo sperimentano un livello eccessivo di ansia, rabbia e desiderio di ricevere cure. Una bassa autostima, in genere, ha origine da precoci esperienze di rifiuto, trascuratezza, carenza affettiva, e trascuratezza emotiva.
Affermazioni espresse da persone significative, come ad esempio: “Stai sbagliando tutto”, “Se fai così non vali niente”, “Sei sempre il solito”, “Non hai ambizione”, “Mi hai deluso”, possono diventare aspetti identitari che si attivano in noi nel momento in cui dobbiamo fare delle scelte o dobbiamo affrontare una particolare situazione. La bassa autostima è come una profezia che si auto-avvera: credo che non riuscirò a fare una cosa, per cui non ci riuscirò davvero.

Quanto detto non vuol dire, però, che non possiamo modificare il nostro livello di autostima, o le nostre cognizioni negative e le emozioni legate ad esse.  
La sicurezza interiore e il senso di autostima, richiedono la capacità di integrare due bisogni: il bisogno di autorealizzazione (essere se stessi) e il bisogno di appartenere. Aumentare la propria autostima significa affermare se stessi nel coraggio di essere individui autentici.
È fondamentale, prima di tutto, diventare consapevoli di questo “critico interiore”, e poi cominciare a metterlo in discussione: "Sto davvero sbagliando tutto?", "Non valgo niente?"...   
Per una buona stima di sè, è importante riconoscere i propri diritti, ascoltare i propri bisogni, definire limiti e confini, considerare le proprie risorse, esprimere le proprie opinioni, prendersi cura di se fisicamente ed emotivamente, imparare a riconoscere le proprie qualità, stabilire degli obiettivi e raggiungerli.  Accrescere l’autostima significa fare un passo dentro di noi, ed esplorare e riconoscere quelle risorse interne che ci permetteranno di attuare il cambiamento. 


Dott.ssa Stefania Alfano
Psicologa-Psicoterapeuta




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